Depressione Unipolare

COS’È LA DEPRESSIONE UNIPOLARE

La depressione unipolare si può presentare in differenti gradi di intensità, di cui il più intenso viene identificato come depressione maggiore.

Questo disturbo dell’umore è principalmente contraddistinto da:

  • pensieri molto negativi o di morte;
  • suscettibilità;
  • problemi nel decidere e fatica ad essere centrati e focalizzati;
  • tendenza a essere spesso giù di morale e tristi;
  • perdita di interesse per attività che in precedenza si svolgevano volentieri;
  • sensazione di stanchezza e pesantezza nei lavori di tutti i giorni;
  • pianto e mancanza di speranza nella vita;
  • sensazione che quello che si fa non è mai abbastanza, sensi di colpa, eccessiva autocritica;
  • sonnolenza e sonno prolungato;
  • problemi nel riaddormentarsi a causa di incubi;
  • inappetenza o, in rari casi, aumento dell’appetito;
  • poco desiderio sessuale.

La persona non deve presentare tutti questi sintomi per ricevere una diagnosi di depressione maggiore. Di solito, i sintomi si presentano più intensi al mattino e migliorano durante la giornata.

La depressione può presentarsi con vari gradi di gravità. Alcune persone possono presentare sintomi depressivi di bassa intensità, riferiti a specifiche situazioni di vita, mentre altre si sentono così depresse da non poter compiere neanche i più comuni atti quotidiani.

Le forme più gravi sono contraddistinte da un numero più elevato di sintomi, una maggiore intensità e durata nel tempo, oltre che una maggiore problematicità nell’eseguire le attività quotidiane.

Questo disturbo psicologico è tra i più comuni e chiunque può esserne affetto, a prescindere dall’età, dal sesso, dal tipo di educazione ricevuta e dallo status socioeconomico. Come viene attestato da studi scientifici questo disturbo si presenta in misura doppia nelle donne rispetto agli uomini. È molto frequente, tra chi ha già sofferto di depressione, incorrere in questo disturbo in altri momenti della sua vita.

Cause della depressione

Ci sono diverse cause alla base della depressione:

  • fattori biologici. Alcuni studi dimostrano che la componente genetica può favorire una tendenza depressiva, quindi può essere ereditaria. Anche se questo non indica lo sviluppo del disturbo. Infatti, i risultati degli ultimi studi scientifici dicono, che se un gemello è depresso, la percentuale che anche l’altro lo sia è intorno al 50 -70%.
  • fattori ambientali. Le situazioni sperimentate sia all’interno che all’esterno della famiglia possono agevolare lo sviluppo di questo disturbo. Soprattutto in età precoce appare che le situazioni negative, come il perdere uno dei genitori, cambiare paese, possano contribuire a promuovere pensieri negativi, come la poca speranza in un futuro positivo.
  • fattori psicologici. I fattori precedenti non sono sufficienti a scatenare la depressione, ma ciò che diventa rilevante è come la persona reagisce ad esse, come il biasimarsi nel commettere piccoli errori.

Conseguenze della depressione

La depressione può creare notevoli disagi nella vita di tutti i giorni. L’attività scolastica, universitaria o lavorativa della persona può ridursi in quantità e qualità soprattutto a causa dei problemi nel focalizzare e ricordare, tipiche nelle persone che soffrono di depressione.

Inoltre, chi ha questo disturbo, tende a ritirarsi socialmente, il che, a sua volta porta ad avere rapporti difficoltosi con partner, figli, amici e colleghi.

L’umore depresso condiziona anche il rapporto con se stessi e con il proprio corpo: chi è depresso, infatti, ha difficoltà a prendersi cura di sé, mangiare e dormire in modo regolare.

Il trattamento cognitivo – comportamentale

L’intervento cognitivo-comportamentale è la psicoterapia più efficace nel trattamento per la depressione. Vari studi indicano che circa il 75% dei pazienti depressi ha una importante diminuzione dei sintomi entro le prime 20 sedute di psicoterapia. Nel caso in cui alla psicoterapia fosse associato un trattamento farmacologico, la riduzione dei sintomi si riscontra nell’85% dei casi. È stato anche comprovato che questi miglioramenti sono duraturi nel tempo.

Per il terapeuta cognitivista, i pensieri e le convinzioni negative del paziente su di sé, sul mondo e sul futuro hanno un ruolo chiave nell’esordio e nel mantenimento della depressione.

Nel trattamento di questo disturbo, dunque, la terapia cognitivo-comportamentale si centra soprattutto su come la persona interpreta gli accadimenti, risponde e considera sé stesso. Il terapeuta sostiene la persona nell’identificare e modificare i pensieri e le convinzioni negative.

La modificazione nel modo di pensare condurrà ad una regolazione del tono dell’umore e a dei cambiamenti nei sintomi, che andranno ad influenzare positivamente i pensieri. Allo stesso modo, la trasformazione di alcuni comportamenti disfunzionali, ad esempio l’isolamento sociale, avrà un effetto positivo sui pensieri e sulle emozioni della persona. Così facendo, si interviene sui circoli viziosi che mantengono la depressione.

Nei casi gravi, la cura farmacologica per la depressione diventa fondamentale. Può essere prescritta dal medico, o in modo più accurato, da uno psichiatra.